"Al cor gentil rempaira sempre amore" (Guido Guinizzelli)
Liberamente ispirato al sonetto "Al cor gentil rempaira sempre amore" (Guido Guinizzelli)
Guido Guinizzelli, tra i più incisivi esponenti della poesia tosco-emiliana del XIII secolo, teorizzò e introdusse importanti innovazioni rispetto ai componimenti della Scuola Siciliana (sviluppatasi nella corte Federico II e a sua volta ispiratasi ai trovatori provenzali e all'amor cortese).
Dante stesso riconosce Guinizzelli come precursore e padre del Dolce Stil Novo (Purg., XXVI, 97-99. Padre / mio e de li altri miei miglior che mai / rime d'amore usar dolci e leggiadre).
La poesia (in forma metrica di "canzone") "Al cor gentil rempaira sempre amore" costituisce il manifesto del Dolce Stil Novo e definisce come fosse un trattato filosofico in poesia, i temi centrali della poetica stilnovista tra i quali: l'idealizzazione della donna come "donna-angelo" nella cui contemplazione può nobilitarsi l'animo dell'uomo e quello dell'identità indissolubile tra "gentilezza d'animo" e amore.
Foco d’amore in gentil cor s’aprende (2019)

11/2019 - LUCA.TCI, Canon 6D Mark II
v = 1/320 sec., f = 2.0, ISO = 250, L = 85mm
MODELLA: Barbara Fiorenza (@barbara_fiorenza_)
L'eleganza e la nobiltà quasi eterea incarnata da Barbara in questo scatto ricalca in chiave moderna il concetto di bellezza femminile tipica del Dolce Stil Novo in cui la donna, idealizzata a donna-angelo, è celebrata nelle sue doti spirituali.
Sebbene risalti nella foto una bellezza vicina ai canoni della donna stilnovista, la foto desidera soprattutto evidenziare le doti di grazia e "purezza" spirituale. Tali doti non devono lasciar pensare a passività e sottomissione tipica di uno stereotipo femminile, tutt'altro: evidenziano una forza in grado di soggiogare l'osservatore tenendolo bloccato tanto nella contemplazione quanto nella consapevolezza di un'amata che mai potrà essere raggiunta.
L'inquadratura dal basso rafforza questo messaggio comunque già chiarito dalla forte personalità della modella.
L'apertura dei diaframmi e il conseguente sfocato, così come la scelta del bianco e nero, marcano ancor più l'irraggiungibilità della donna-angelo.
È evidente che una visione simile dell'amore impone gentilezza e rispetto verso l'amata. Secondo Guinizzelli, l'amore ha un legame indissolubile con la gentilezza d'animo. Non ci può essere Amore se non c'è gentilezza d'animo e solo chi è gentile potrà trovare il vero Amore.
Tradotto in termini moderni, l'amore non può conciliarsi con la violenza e con la sopraffazione. Dice Guinizzelli nella sua splendida composizione, che il sole può colpire il fango per tutto il giorno: ma il fango resta fango e il sole non perde il suo calore. L'uomo superbo (violento, rozzo) è quindi paragonato al fango e la nobile virtù (la gentilezza, l'amore) al sole.
Ancora parafrasando Guinizzelli: l'amore torna sempre al cuore come l’uccello torna nel bosco e nel suo fogliame; la natura (v. 4) non creò l’amore prima del cuore nobile, né il cuore nobile prima dell’amore: non appena fu creato il sole, subito lo splendore risplendette.
Senza la gentilezza e il rispetto, oggi come otto secoli fa, non può esserci amore.
È questo il mio messaggio di fronte ad un mondo sempre più cafone ed egoista.
"Al cor gentil rempaira sempre amore" (Guido Guinizzelli)
TESTO
1. Al cor gentil rempaira sempre amore
2. come l’ausello in selva a la verdura;
3. né fe’ amor anti che gentil core,
4. né gentil core anti ch’amor, natura:
5. ch’adesso con’ fu ’l sole,
6. sì tosto lo splendore fu lucente,
7. né fu davanti ’l sole;
8. e prende amore in gentilezza loco
9. così propïamente
10. come calore in clarità di foco.
11. Foco d’amore in gentil cor s’aprende
12. come vertute in petra prezïosa,
13. che da la stella valor no i discende
14. anti che ’l sol la faccia gentil cosa;
15. poi che n’ha tratto fòre
16. per sua forza lo sol ciò che li è vile,
17. stella li dà valore:
18. così lo cor ch’è fatto da natura
19. asletto, pur, gentile,
20. donna a guisa di stella lo ’nnamora.
21. Amor per tal ragion sta ’n cor gentile
22. per qual lo foco in cima del doplero:
23. splendeli al su’ diletto, clar, sottile;
24. no li stari’ altra guisa, tant’è fero.
25. Così prava natura
26. recontra amor come fa l’aigua il foco
27. caldo, per la freddura.
28. Amore in gentil cor prende rivera
29. per suo consimel loco
30. com’ adamàs del ferro in la minera.
31. Fere lo sol lo fango tutto ’l giorno:
32. vile reman, né ’l sol perde calore;
33. dis’omo alter: «Gentil per sclatta torno»;
34. lui semblo al fango, al sol gentil valore:
35. ché non dé dar om fé
36. che gentilezza sia fòr di coraggio
37. in degnità d’ere’
38. sed a vertute non ha gentil core,
39. com’aigua porta raggio
40. e ’l ciel riten le stelle e lo splendore.
41. Splende ’n la ’ntelligenzïa del cielo
42. Deo crïator più che [’n] nostr’occhi ’l sole:
43. ella intende suo fattor oltra ’l cielo,
44. e ’l ciel volgiando, a Lui obedir tole;
45. e con’ segue, al primero,
46. del giusto Deo beato compimento,
47. così dar dovria, al vero,
48. la bella donna, poi che [’n] gli occhi
splende
49. del suo gentil, talento
50. che mai di lei obedir non si disprende.
51. Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
52. sïando l’alma mia a lui davanti.
53. «Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti
54. e desti in vano amor Me per semblanti:
55. ch’a Me conven le laude
56. e a la reina del regname degno,
57. per cui cessa onne fraude».
58. Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
59. che fosse del Tuo regno;
60. non me fu fallo, s’in lei posi amanza»
PARAFRASI
1. L'amore torna sempre al cuore nobile,
2. come l’uccello nel bosco tra il fogliame;
3. la natura (v. 4) non creò l’amore prima del cuore nobile,
4. né il cuore nobile prima dell’amore:
5. perché non appena fu creato il sole,
6. apparve (fu) subito lo splendore della luce,
7. luce che non risplendette prima della creazione del sole;
8. l’amore prende il suo posto nella nobiltà d’animo
9. in modo così naturale
10. come il calore nel chiarore del fuoco.
11. Il fuoco dell’amore si accende nel cuore nobile
12. come le virtù (vertute) si rivelano in una pietra preziosa,
13. ma virtù non discendono dalla stella
14. prima che il sole la renda nobile;
15-17. dopo che il sole grazie alla sua forza ha tirato fuori, ciò che in lei è impuro (vile), la stella le dà valore:
18-20. così la donna, come una stella, fa innamorare
il cuore che la natura ha reso (eletto) puro e nobile.
(nel Medioevo si credeva che le pietre preziose possedessero particolari proprietà (vertute) infuse loro dalle stelle; tali proprietà erano descritte nei trattati di mineralogia, chiamati lapidari)
21. L’amore risiede nel cuore nobile per la stessa ragione
22. per la quale la fiamma sta in cima al candeliere;
23. vi risplende a suo piacere, luminosa, sottile;
24. non vi potrebbe stare in un modo diverso (altra guisa), tanto è indomabile.
25-27. Così l’indole cattiva va contro l’amore, come fa l’acqua (che è) fredda con il fuoco che è caldo.
28. L’amore prende dimora nel cuore nobile,
29. come in un luogo che gli è simile,
30. come il diamante nel minerale del ferro.
(Nel Medioevo si riteneva che il diamante fosse derivato dal minerale di ferro e possedesse perciò la stessa forza
d’attrazione della calamita).
31. Il sole colpisce il fango per tutto il giorno:
32. eppure, il fango resta vile e il sole non perde il suo calore;
33. dice l’uomo superbo: “Sono nobile di stirpe”;
34. lo paragono lui al fango, e la vera nobiltà al sole:
35-38. perché non si deve credere che la nobiltà risieda nella dignità ereditata al di fuori del cuore, se non si ha un cuore nobile incline alla virtù,
39-40. come l’acqua si lascia attraversare dal sole ed il cielo contiene le stelle e la loro luminosità.
41-42. Dio creatore splende nelle intelligenze angeliche più di quanto risplenda il sole ai nostri occhi:
43-44. esse conoscono il suo creatore al di là del suo moto celeste e, facendo girare il cielo, cominciano ad ubbidirgli;
45-46. e come segue immediatamente il giusto compimento del disegno di Dio,
47. così la bella donna, che risplende agli occhi del suo innamorato, dovrebbe in verità ispirare il desiderio
50. di non staccarsi mai dall'obbedienza a lei.
(intelligenze celesti: secondo la cosmologia medioevale aristotelico-tomistica, la terra è al centro dell’universo e intorno a essa ruotano nove cieli, che influiscono sulla vita dell’universo. Le intelligenze celesti in cui Dio risplende (Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini) presiedono al movimento dei cieli e garantiscono al creato l’ordine prestabilito dalla volontà di Dio).
51. Donna, Dio mi dirà: “Che presunzione hai avuto?”
52. Quando la mia anima starà davanti a Lui.
53-54. “Hai attraversato il cielo e sei giunto fino a me e hai preso me come termine di paragone per un amore vano:
55-57. perché le lodi si addicono solo a Me e alla regina del vero regno (la Madonna), grazie alla quale svanisce ogni inganno”.
58. Potrò rispondergli: “Aveva l’aspetto di un angelo che appartiene al Tuo regno; non commisi peccato, se indirizzai a lei il mio amore”.
PARAFRASI DEL TESTO - FONTI: Nella parafrasi ho fatto riferimento a diverse fonti; in particolare:







RINGRAZIAMENTI: Un sentito grazie a Barbara. La sua grazia non credo abbia bisogno di ulteriori commenti. Lo scopo dello shooting non glielo avevo pienamente svelato perché non volevo fosse influenzata e potesse esprimere in maniera spontanea e naturale il suo cor gentile.